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20 décembre 2020

MANZONI: L'INNOMINATO nei PROMESSI SPOSI

L’INNOMINATO

 

innominato 1

Chi Era l’Innominato?

L’Innominato era Franceso Bernadino Visconti, un nobile nato nel 1579 a Brignano. Fonti storiche presentano Francesco Bernardino Visconti come un uomo estremamente crudele ma di indole cavalleresca, orgoglioso e geloso.

Nella sua vita Francesco Bernadino é responsabile di molti delitti e rapimenti. Manzoni, nipote di Ortensia Visconti del ramo di Brugnano, lo sceglie per il ruolo dell’Innominato. Manzoni sarebbe discendente da parte della madre Giulia Beccaria. Quest’ultima era imparentata con il ramo brignanese della famiglia Visconti, che aveva la propria dimora estiva presso Palazzo Pignano. Il Visconti razziava le campagne cremasche della repubblica di Venezia, per poi rifugiarsi nelle terre del milanese.

Determinante per l'accreditamento di questa attribuzione è la testimonianza della marchesa Margherita Provana Di Collegno, la quale frequentò spesso il Manzoni nella villa sul lago Maggiore, e poi nella propria tenuta di Cassolo: nel diario, in data 18 ottobre, annota:

sentii da Manzoni che l'Innominato è un Visconti, ed è personaggio verissimo".

A corroborare ulteriormente questa imputazione c'è un episodio più significativo nella vita del Visconti che si collega direttamente alla storia dell'Innominato. Nel maggio e giugno 1615 ci fu la visita pastorale del cardinale Federico Borromeo nel lecchese, durante la quale, si colloca il momento della conversione. Si ipotizza che l'incontro tra il Borromeo e Francesco Bernardino sia stato preparato dai parenti del Visconti (molti erano religiosi) e stabilito con le autorità del luogo.

Nella prima versione del romanzo l'Innominato, chiamato il Conte del Sagrato, è descritto in maniera più fosca e delittuosa.

Nel romanzo Manzoni ha deciso di omettere il vero nome e di chiamarlo solamente Innominato per suscitare timore ancestrale verso il lettore, avvolgendo il personaggio in un’aura di mistero e violenza.

Descrizione dell’Innominato

Manzoni immagina l’Illuminato più vecchio di 60 anni mentre nel 1628 aveva 49 anni. Era grande, di carnagione scura, con pochi capelli bianchi ancora sulla testa, un volto rugoso che lo rendeva più vecchio, lineamenti duri, «il lampeggiar sinistro ma vivo degli occhi» che denota la sua grande forza sia nel corpo che nello spirito.

 

innominato 2

Era una figura sempre associata alla notte, al silenzio, un uomo malvagio e potente temuto da tutti, nessuno osava avvicinarsi a lui, non vedeva mai nessuno al di sopra di sé, aveva una situazione di dominio totale ma una sensazione di solitudine tremenda, temeva Dio e aveva rimpianti del passato e rimorsi per i misfatti compiute:

«un tiranno straordinario…. il suo nome significava qualcosa d’irresistibile, di strano, di favolosoera quell’uomo che nessuno aveva potuto umiliare …»

 

Il Castello dell’Innominato

Il castello chiamato anche rocca di Vercurago, è un complesso fortificato risalente al XIV secolo situato tra i comuni di Lecco e Vercurago in Lombardia.

Un castello arroccato in cima ad una collina che sovrasta tutta la valle e che diventa anche l’espressione di questo senso di potere e di controllo che viene reso tipico della figura dell’Innominato.

innominato 3

«Il castello dell’Innominato era a cavaliere a una valle angusta e uggiosa, sulla cima d’un poggio che sporge in fuori da un’aspra giogaia di monti… Dall’alto del castellaccio, come l’aquila dal suo nido insanguinato, il selvaggio signore dominava all’intorno tutto lo spazio dove piede d’uomo potesse posarsi, e non vedeva mai nessuno al di sopra di sé, né più in alto.» (Capitolo XX)

Il ruolo dell’Innominato nel romanzo

Un uomo antagonista e aiutante:

-        

innominato 4

 Incontra Don Rodrigo e viene ingaggiato per rapire Lucia,

-         Rapisce Lucia con la complicità di Egidio e di Gertrude e la conduce al suo castello,

-         Grazie a Lucia viene colto da una serie di rimorsi e trova conforto nella religione cristiana

-         La sua conversione lo porta a un profondo cambiamento. Si è reso conto che la propria vita è stata spesa in delitti e si chiede se Dio lo perdonerà.

 

Durante l’incontro con il cardinale Federigo Borromero, l’innominato

scoppia in un pianto dirotto, che dimostra che la conversione è compiuta.

innominato 5

L'innominato fa avere cento scudi d'oro ad Agnese come risarcimento del male compiuto, una somma enorme per l'epoca.

L’offerta dell’Innominato ad Agnes di rivolgersi a lui un caso di necessità verrà in seguito accolta dalla donna, che si recherà insieme a Don Abbondio e Perpetua al castello dell’ex-bandito per sfuggire alla calata dei lanzichenecchi.

 

Il Cardinale Federigo Borromeo, una figura importante nella conversione dell’Innominato

Il Cardinale Federigo Borromeo è un uomo dotto, scrittore prolifico ed eclettico (autore di opere di morale, storia, letteratura, arte) discende da una nobile famiglia et non ha mai voluto avere privilegi.

Ha messo liberalmente la cultura alla portata di tutti, anche attraverso l’istituzione della Biblioteca Ambrosiana, come argomenta Manzoni:  

«pensate che generoso, che giudizioso che benevolo, che perseverante amatore del miglioramento umano».

Manzoni lo presenta come un modello da seguire.

Ha intrapreso la carriera religiosa, seguendo la sua vocazione, perché voleva fare del bene e aiutare le persone in difficoltà.

innominato 6

 

Quando l’Innominato si reca dal Cardinale per confessarsi, questi lo accoglie con benevolenza e lo aiuta nella sua conversione come avrebbe fatto con ogni altra persona che avesse chiesto il suo aiuto.

Il cardinale è sempre disposto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno, che sia un ex criminale o un poveretto. Manzoni lo paragona ad :

«un ruscello che, scaturito limpido dalla roccia, senza ristagnare né intorbidarsi mai, in un

lungo corso per diversi terreni, va limpido a gettarsi nel fiume». 

                                                                                                                                                         VIVIANE M

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