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Italacad
20 décembre 2020

MANZONI : L'INNOMINATO e l'importanza del suo ruolo di redenzione

innominato 9

L’Innominato

 

L’Innominato è certamente un personaggio centrale nella trama de I Promessi Sposi, sia per le sorti dei protagonisti (Lucia in primis), sia per il significato che questa figura ha all’interno della morale manzoniana: passa da cattivo senza speranza di redenzione, grazie alla conversione avvenuta per merito di Lucia, senza dubbio una delle figure più interessanti create dallo scrittore per rendere la storia più accattivante e ricca di colpi di scena.

L’innominato, di cui non conosciamo mai il vero nome, è uno dei personaggi più complessi e interessanti del romanzo di Alessandro Manzoni, diventando salvatore, protettore e liberatore della giovane Lucia, partendo però da una posizione diametralmente opposta. Egli è un signore, probabilmente un conte, molto potente, così tanto da non temere la legge terrena, preferendo seguire solo la sua, e i propri voleri: nessuno Stato di diritto gli può precludere alcunché; ecco perché Don Rodrigo si rivolge a lui per riuscire a compiere la malefatta che aveva in mente.

Secondo alcuni storici, il Manzoni prese spunto da una figura storica, ovvero Francesco Bernardino Visconti (1579-1647 circa) dei Visconti di Brignano. Questa famiglia aveva ascendenti comuni con la famiglia Visconti di Saliceto, a cui apparteneva la nonna paterna di Giulia Beccaria, madre di Manzoni. Bernardino Visconti venne più volte indicato, in alcune grida, come un brigante che agiva insieme a una banda di bravi e che a un certo punto si convertì grazie al cardinal Borromeo.

Dal punto di vista fisico, il Manzoni descrive l’Innominato come un uomo di mezz’età, sulla sessantina, di carnagione scura, con pochi capelli bianchi ancora sulla testa. Ciò che colpisce della descrizione dell’Innominato è il “lampeggiar sinistro ma vivo degli occhi” che denota la sua grande forza sia nel corpo che nello spirito, forse pari o maggiore a quella di una persona giovane.

 

Dal punto di vista psicologico, l’Innominato appare subito avvolto nel mistero, un personaggio malvagio e influente, che si circonda di uomini di fiducia che lo aiutano a realizzare i suoi atti illeciti. Pur incarnando l’eroe negativo, in realtà l’Innominato si converte a metà dell’opera: il rapimento di Lucia, su richiesta di don Rodrigo, è l’ultimo atto malvagio che lui compie prima di decidere di cambiare vita.

 

innominato 10

L’incontro con Lucia gli suscita sentimenti di pietà, e si rende conto di aver inseguito soltanto il male nella sua vita, senza mai fermarsi a provare pietà per le persone che lo circondano. Il Manzoni è molto bravo nel descrivere “la notte dell’Innominato”, i tormenti interiori che l’uomo prova e che lo portano a pensare all’esistenza di Dio e del perdono divino.

Sarà poi il colloquio con il Cardinale Borromeo a suscitare in lui la ferma volontà di cambiare vita ed utilizzare il suo potere e le ricchezze accumulate per aiutare le persone povere e bisognose. Il cambiamento dell’Innominato lo rende un personaggio in divenire: appena il lettore si arrende e lo considera un nemico, un essere spregevole, ecco che il barlume della conversione lo trasforma. Attraverso il personaggio dell’Innominato il Manzoni riesce a trasmettere un messaggio ai lettori: il confine tra il bene e il male non è mai così netto come sembra.

 L’Innominato si pente davanti al Cardinale Borromeo

innominato 8

 Il personaggio dell’Innominato era già presente nella prima stesura dell’opera manzoniana, intitolata “Fermo e Lucia”, dove si macchia di un delitto sul sagrato di una chiesa. Il macabro episodio, però, non viene riportato nella stesura definitiva. Nel capitolo XXIV è molto toccante l’incontro con Lucia, alla quale l’Innominato chiede perdono per il male commesso.

Il ruolo dell’Innominato nella trama è evidente: è il potente che indirizza la vicenda verso il finale, inizialmente negativo. Egli non ha limiti imposti da alcuna legge, pertanto può quello che vuole ed incute ai più, eccetto al cardinale ad esempio, una reale paura. Andando ad analizzare più a fondo, egli è figura in cambiamento e maturazione, dimostrazione di come un uomo possa redimersi, migliorare, riconoscere i propri errori e cominciare sin da subito ad operare nella maniera opposta per salvare il senso della propria esistenza, in principio sbagliata. Una figura in netto contrasto con le innumerevoli figure passive che possono essere trovate ne I promessi sposi, a partire da Don Abbondio.

                                                                                                                                                                   COLETTE

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