TEATRO: SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE PIRANDELLO
Realtà e finzione nel dramma di Luigi Pirandello « Sei personaggi in cerca d’autore »
L’opera non è divisa in atti e scene come tradizionalmente nel teatro ma è sottointitolata “commedia da fare “ .
Sei personnaggi, lasciati incompiuti e abbandonati dal loro autore vogliono ‘prendere vita’ allora fanno irruzione in un teatro dove degli attori ‘veri’ del teatro ripetono. Propongono quindi al Capocomico di interrompere la loro rappresentazione e chiedono invece agli attori presenti di interpretarli. Vogliono acquistare una vera autonomia , ma sono bloccati nel ruolo che rappresentano e non sopportano l’interpretazione ‘falsata’ che gli attori fanno di loro. I sei personaggi vogliono infatti essere rappresentati esatamente come sono (o credono di essere), ma si rivela impossibile farlo senza deformarli o modificarli. Questo significa che la complessità e molteplicità di un individuo non è rappresentabile in maniera lineare e fedele. Gli attori allora perdono la loro identità e diventano spettatori del dramma questa volta interpretato dagli stessi "sei personaggi".
L’opera mette in scena una recita nella recita. E’ una trasformazione del teatro borghese, dove i ruoli erano definiti.
L’allestimento con luci, immagini, moderno per l’epoca(1921), apre la strada al teatro moderno e contemporaneo, Pirandello infatti mescola attori, personaggi e pubblico in modo che la separazione tra finzione e realtà non esista più.
Il finale (“Finzione! finzione/Finzione? Realtà, realtà ») turba lo spettatore, che si chiede cos'é reale e cosa finzione in tutta la recita.
Con questo finale “aperto”Pirandello esorta lo spettatore a riflettere.