ARCHITETTURA ITALIANA DURANTE IL REGIME FASCISTA

Il Duce era obnubilato da Roma, tanto dalla città del punto di vista geografico che per il simbolo storico che questa rappresentava.

 Dopo avere consolidato il suo potere nel 1926, Mussolini intraprese di imitare i "formidabili costruttori" dell'antichità. Considerava la pianificazione della città e dell'impero come le due facce di una sola ed unica medaglia.

Mussolini parlava di liberare le rovine da Roma. Prima commincia a distruggere.

 Gli abitanti, in grande parte degli strati popolari, furono espropriati, espulsi o esiliati verso la grande periferia. In tutta l'Italia progetta di costruire dei grandi viali che permettono un migliore traffico ed un valorizzazione dei monumenti.

 L'architettura fascista è stata avviata dal il Gruppo 7 gruppo costituito nel 1936 per Ubaldo Castagnoli, Luigi Figini, Guido Frette, Sebastiano Larco, Gino Pollini, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni. Poi si è chiamato da 1930 M.I.A.R. ciò Movimento Italiano di Architettura Razionale.

 Un nuovo modo di vedere l'architettura, caratterizzato dalla ricerca della forma pura, essenziale, che esprimesse la funzione degli spazi, e dal rigetto dell'ornamento e della decorazione.

 Lo stile è enfatico, le proporzioni gigantesche, le costruzioni massicce, l'utilizzazione dei rivestimenti di marmo e di travertino, i riferimenti all'antico con alte colonne, pilastri, bassi rilievi e immense statue.

 La Casa del Fascio di Como, di Giuseppe Terragni

 Fu costruita nell ottica del funzionalismo come una quadro elegante per le manifestazioni fasciste. Concepito come i palazzi classici intorno ad un atrium di vetrate trasparenti, era decorato di affreschi astratti, (oggi andati distrutti), dell'artista Mario Radice, ed il progetto originale prevedeva anche delle illuminazioni mutevoli sulla facciata.

La facciata è disegnata sulla sezione aurea : le forme e le strutture moderne si fondono con un impianto volumetrico ed un equilibrio dello spazio architettonico classici

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L'edificio fu donato dall'imprenditore tessile Rodolfo Bernocchi e progettato da Giuseppe Terragni nel 1932 i lavori di costruzione terminarono nel 1936. Un primo progetto, più tradizionale, era stato realizzato anche nel 1928.
L'edificio ha la forma di un grande parallelepipedo formato da superfici di geometria pura: su un lato di 33,20 metri, per un'altezza dimezzata, si dispongono parti piene e parti vuote, che scandiscono un essenziale ma efficace gioco, dai suggestivi effetti chiaroscurali e di trasparenza. I materiali (Botticino, vetrocemento, vetro e metallo) sono disposti in forme che creano linee parallele e ortogonali, che rendono armonioso l'insieme architettonico. All'interno è usato anche il marmo di Trani ed il marmo nero del Belgio, oltre che l'intonaco dipinto.

L'edificio denuncia la sua monumentalità con tre gradini rispetto al piano stradale e dialoga con gli elementi vicini: la montagna di Brunate, il teatro sociale, il Duomo. Oltrepassando una delle diciotto porte-vetrate, si raggiunge un atrio, sulla quale si affacciano gli ambienti principali: la sala del Direttorio, gli uffici e i ballatoi distributivi.

L'atrio è coperto da velari in vetrocemento, tra i quali è posta una lunga lastra di vetro che permette di intravedere la collina soprastante.

In origine, l'interno e l'esterno erano decorati da pannelli in cemento colorati con soggetti astratti, immagini di propaganda e spazi vuoti montati su telai di vetro, opere di Mario Radice e Manlio Rho oggi perdute.

Dal 1957 è sede del Comando Provinciale di Como della Guardia di Finanza. Attualmente ospita anche un piccolo Museo della 6ª Legione della Guardia di Finanza.

La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina, = il numero irrazionale 1,6180339887... ottenuto effettuando il rapporto fra due lunghezze disuguali delle quali la maggiore è proporzionale alla minore.

                                                                                                                                                    CLAIRE

Comments

[Jean-louis]

"Per me, le due arti essenziali e potenti sono e restano l'architettura prima, la musica poi" disse il Duce.

E vero che, durante la sua dittatura, tutto ciò che ebbe costruito è tutt'altro che essere brutto.

Da un estremo all'altro, l'Ufficio Postale di via Marmotta a Roma, perfetto modello di razionalismo, pero, al contrario, il Palazzo delle Poste di Siracusa, edificio monumentale gigantissimo di proporzione in stile 'liberty-barroco' ubicato come una verruca nel ingresso della meravigliosa isola d'Ortigia...

(Piccionaia rovinata aperta a tutti i venti da decine d'anni, ospiterà presto un lussuoso hotel a 5 stelle !).



Jean-Louis