Gli angeli
Gli Angeli di Osvaldo Licini
Dans le cours avancé du mardi nous avons parlé d'un peintre italien du XXe siècle, Osvaldo Licini, en particulier de ses anges, pour mieux le connaître lisez la suite
In tutte le fasi pittoriche di Licini , dal figurativo all’astratto, al surreale un’immagine appare costante : quella dell’angelo, fa parte integrante della sua poetica.
Nel 1919 nell’Arcangelo Gabriele
appare per la prima volta l’immagine angelica. Un paesaggio apocalittico, infuocato, compare nell’opera mentre l’arcangelo, in discesa sulla terra, sembra infliggersi, con la spada puntata sul fianco, una ferita. Per quest’opera come in molte altre di questo periodo si ispira al Matrimonio tra Paradiso e Inferno di W Blake , analoga infatti é l’ambivalenza che caratterizza gli angeli : messaggeri celesti e demoni. Trae ispirazione anche dalla cultura del XIX secolo francese, le liriche dei Fleurs du mal di Baudelaire celebra questa suggestione dell’angelo (leggi estratto). E’ un angelo che se sembrava in un primo momento essere una separazione tra bene e male rivela viceversa, una sotteranea possibilità d’intesa.
La metafora dell’angelo é dunque di formazione romantica ma rivive con Licini nell’iconografia del ‘900 con un nuovo contenuto simbolico. L’angelo come messaggero ma con l’inadeguatezza delle parole e con il rischio della caduta e della perdita di sé fanno parte della coscienza moderna. La guerra é l’occasione in cui l’immagine simbolica del mondo degli inferi (la trincea, il campo di battaglia) si accompagna a quella dell’innalzamento angelico (il mito dell’aereo ad esempio) e alla sconfitta della morte. Sono di grande ispirazione per Licini, gli angeli del suo amico Cocteau et le identità angeliche nei Calligrammes di Appolinaire.
L’evoluzione nel mondo pittorico di Licini si nota dagli anni trenta dove la sua scelta é sempre più astratta ma il movimento ascensionale, di slancio e l’uso dell’ala come strumento ascensionale per eccellenza rimangono una costante nella sua poetica pittorica. Quando negli anni quaranta si immerge in una nuova figuralità surreale, riappaiono accanto alle inedite figure delle Amalassunte, le immagini degli angeli. Poco a poco sostituisce questi angeli/demoni dove il celestiale era congiunto al demoniaco ad un assoluto cosmico dove tutto si fonde.L’ombra blu di una figura alata traspare dalla spazialità astratta del cielo e Licini raggiunge la meta del suo viaggio : il silenzio del cosmo carico di attese (slancio) di diafanità e sospeso tra cielo e terra.