I PROMESSI SPOSI AL CINEMA

Sin dal suo inizio il cinema italiano è stato ispirato dal capolavoro di Manzoni.

 1) Infatti, già nel 1908, quando la casa di produzione milanese Comerio decise di realizzare i primi film italiani di opere letterarie, scelse "I promessi sposi" (pubblicato nella sua versione definitiva nel 1840-42). Ma di questo vecchio film, diretto da Mario Morais, non ci sono più copie.

2)  Nel 1913, l'uscita quasi simultanea di due film basati sulla storia di Renzo e Lucia fu sollecitata dal 40 ° anniversario della morte di Manzoni. Rappresenta la concorrenza diretta tra due realtà produttive torinesi. Pasquali vince la sua gara contro Ambrosio rilasciando questo film due mesi prima del suo concorrente, grazie a una produzione di soli 28 giorni! Il regista è Ubaldo Maria Del Colle, il film dura 70 minuti ed è muto. Per Ambrosio il regista è Eleuterio Rodolfi e gli esterni sono girati in provincia di Lecco, nei luoghi descritti da Manzoni

Il film di Del Colle è stato un grande successo ed è stato proiettato in più occasioni alla Corte, sia a Torino che a Roma. Il film è stato distribuito anche all'estero, negli Stati Uniti (con il titolo THE Betrothed), e ancora una volta è in conflitto con il suo concorrente, in America Latina e Gran Bretagna. In alcuni casi, i due film sono stati anche proiettati insieme nella stessa sala cinematografica.

È sopravvissuta solo una copia del film di Pasquali, che ora è conservata in una cineteca francese.

 3) Una quarta trasposizione fu fatta nel 1922 da Mario Bonnard, produttore e regista, che aveva anche interpretato il ruolo di Renzo nel film dell’Ambrosio. 

E l'ultimo blockbuster del cinema muto italiano. Il film dura più di tre ore e presenta scene di massa notevoli, lunghe sequenze di battaglie, anche l'uso di primi piani e una messa in scena saggia e non convenzionale.  diverse versioni del film saranno presentate tra il 1922 e il 1923/24, con lunghezze ridotte.

Una versione riassemblata e in tempi ridotti fu distribuita in versione sonora nel 1934 da Pittaluya.

 1941

4) Ma la versione più famosa e artisticamente  la più riuscita è quella di Mario Camerini nel 1941. Il film è girato a Cinecittà (i quartieri della vecchia Milano ricostruiti in legno) e sulle rive del Lago di Como. Per evitare la censura, l'adattamento cancella però gli elementi ritenuti troppo sovversivi del Manzoni (il piccolo popolo abusato dai tiranni locali), il ruolo inglorioso della Chiesa e l'episodio della religiosa Gertrude, la suora depravata di Monza. 

Il film è prodotto a caro prezzo da Lux Film e vede Gino Cervi nel ruolo di Renzo.

Il film è un record di presenze nelle sale cinematografiche.

 5) Nel 1964 esce una quinta versione, diretta da Mario Maffei, girata in Spagna; è una coproduzione italo-spagnola ma di qualità modesta.

6) Dagli anni Sessanta la Rai (quindi la TV) si interessa a questo capolavoro. Nel 1967 La Rai ha trasmesso questo dramma in 8 episodi, il regista è Sandro Bolchi e ha co-sceneggiato con Riccardo Bacchelli, una sceneggiatura molto fedele al testo di Manzoni. È, inoltre, uno degli scenari di maggior successo della Rai.

7) Nel 1989 esce un'altra miniserie televisiva, in una fortunata versione diretta da Salvatore Nocita. È una coproduzione Rai Uno-Germania-Slovenia, con dittatura internazionale. 

Durante la sua prima trasmissione (novembre-dicembre 1989), il dramma è stato visto in media da 14 milioni di telespettatori. Il film ha vinto il Telegatto 1990 come miglior spettacolo della stagione. Caratteristica rilevante di questo adattamento è di essere meno fedele alla versione definitiva. Questo sia nei dialoghi che non rispecchiano il testo di Manzoni ,sia nello svolgersi degli eventi in quanto nello sceneggiato sono presenti delle scene che sono tratte dalla prima stesura del romanzo, il Fermo e Lucia. Per esempio:

• l'Innominato uccide un uomo sul sagrato di una chiesa; infatti in Fermo e Lucia l'Innominato è identificato come Il conte del sagrato;
• Don Rodrigo muore di peste dopo una folle corsa in groppa a un cavallo.

La colonna sonora è di Ennio Morricone.

 8) Ma accanto al "serio" ci sono anche versioni parodistiche.Come

questo  mediometraggio, il primo di  Nanni Moretti, «  Come parli, frate », nel 1974  dove Morettti sé stesso tiene il ruolo di Don Rodrigo.

E questa delle TV nel 1990 del trio Lopez, Marchesini et Solenghi.

CATHERINE C