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Italacad
8 décembre 2020

CLUB DI LETTURA : L'ULTIMO CARNEVALE DI PAOLO MALAGUTI

paolo malagutti

L’Ultimo Carnevale – Paolo Malaguti

L’autore, Paolo Malaguti è nato a Monselice (Padova) nel 1978. Studia a Padova, dove si laurea in Filologia Italiana. Attualmente lavora come docente di Lettere a Bassano del Grappa.

Ha pubblicato “La reliquia di Costantinopoli” (2015), finalista al Premio Strega (2016). Tra le sue opere “Nuovo sillabario veneto” (2016), “Prima dell'alba” (2017) e “L' ultimo carnevale” (2019).

http://paolo-malaguti.blogspot.com/

 LA TRAMA E I

PERSONAGGI

La narrazione si sviluppa in un arco temporale di 48 ore, l’ultimo giorno dell’ultimo Canevale in una Venezia, divenuta il parco Venice Park.

L’intreccio è costruito con l’uso di Flash Back. Malaguti torna indietro per fare capire come si é arrivati a quel giorno. I Flash Back sono la spiegazione del risultato di queste ultime 48 ore, una specie di giornale che descrive quello che è successo.

Ogni capitolo è un punto di vista diverso che specifica il filo narrativo che viene seguito.

È un romanzo di distopia, una specie di distorsione, dove l’autore conoscendo una situazione sociale, politica, geografica difficile e a cui è contrario, crea un futuro con le conseguenze di questa disfunzione. È una proiezione negativa del futuro che risulterebbe dalle condizione attuale. Si potrebbe arrivare ad avere una Venezia, tipo Disneyland o Gardaland.

La descrizione di Venezia è molto bella, anche se è diventata una città svuotata delle sue bellezze che sono state portate sulla terraferma e sostituite da strutture identiche per dimensione e orientamento, in resina su uno scheletro di carbonio. La vegetazione è stata ricreata con strutture di acciaio e di vetro colorato. La città è fantasmagorica con le sue campane virtuali.

 

L’Ente non è benevolo e con il suo controllo continuo, ci fa pensare a Big Brother o al romanzo 1984 di Orwell e il suo occhio. Malaguti ne parla con un lessico relativo al divieto e al controllo: guardiani, filo spinato, vietato, autorizzazione, droni, controllo…

Il carnevale ha preso un senso di profitto per l’Ente. Il blocco dell’accesso a Venezia di notte è diventato una prigione come il muro di Berlino o una città inaccessibile.

I protagonisti sono Rebecca e Giobbe.

Il personaggio di Giobbe ci è piaciuto molto, la storia di sua moglie, la maniera di parlare con lei è molto commovente ed evoca un amore infinito. Giobbe ha vissuto nella città ma si è trasferito fuori della laguna.

Malaguti dice “Senza dubbio mi sento più legato a Giobbe, l’ottantenne ex-veneziano cacciato dalla sua città dopo una vita intera, e che a Venezia ritorna, in qualità di turista, alla ricerca di qualcosa di estremamente importante…”.

Come la storia è ambientata nel 2080, Giobbe è più o meno nato nel 2000 e potrebbe essere uno degli studenti dello scrittore.

La ragazza Rebecca un attivista, terrorista è un personaggio estremo che muore con un atto suicidario. Il passaggio da attivista a terrorista è difficile da spiegare. Potrebbe essere la voglia di salvare Venezia e di vendicare il suo amico ucciso dai guardiani dell’Ente Parco.

L’autore potrebbe anche essersi ispirato di un evento molto reale nel 1997, l’Assalto dei Serenissimi, un gruppo di 8 persone che nella meta’ degli anni ‘90 si rese responsabile di gesti per portare avanti la causa di autodeterminazione della città di Venezia e della regione Veneto. L’azione fu eclatante con l’occupazione armata della Piazza San Marco, del Campanile, della Basilica durante due giorni (maggio 1997). Sembra che l'ispirazione del gesto dei Serenissimi fosse venuta dalla Lega Nord.

Ci sarebbe un paragone da fare tra Rebecca che vuole restaurare la Venezia di prima e il gruppo dei Serenissimi che volevano l’indipendenza di Venezia e del Veneto e promuovere una Repubblica di Venezia.

La scelta dei nomi di Giobbe e Rebecca è molto significativa e ci sarebbe un parallelo da fare con la Bibbia.

Giobbe è il giusto nella Bibbia che ha un destino già segnato e che Dio ha messo alla prova la sua fede. Era un uomo molto ricco che ha perso tutto, famiglia, fortuna e che è diventato povero come il Giobbe del libro.

Nel romanzo alla fine, si parla del libro di Giobbe, come quello della Bibbia, che l’Ente seguirà per ritrovare tutti i corpi e che farà scoppiare lo scandalo dei morti nelle case.

Nella Bibbia, Rebecca è la moglie di Isacco e la madre di due gemelli Giacobbe ed Esaù. Lei preferisce il figlio prediletto Giacobbe che non doveva ereditare ma lo aiuterà per ristabilire la giustizia perché Esaù era cattivo. Si potrebbe fare un parallelo con Rebecca di Malagutti che ha voluto anche lei ristabilire la giustizia.

Ci sono anche, i due guardiani Michele e Sandro, uomini divertenti e rustri. Sandro è piuttosto taciturno. Tutti e due rappresentano i veri veneziani.

Carlo la guida turistica appena promosso è al suo primo giorno di lavoro. Il ragazzo ha seguito le trace dell’anziano con lo stesso itinerario e ha una bella relazione con lui. È stato per lui un percorso iniziatico che lo fa scoprire il mistero del mazzo di chiavi e degli abitanti morti e chiusi nelle case. Si pensa che lui che era solo interessato a diventare una guida dell’Ente e a piacere alla sua Giulia, abbia aperto gli occhi sulla sua città. Giobbe gli fa prendere coscienza della realtà di Venezia e di tutte le assurdita’.

Un altro personaggio del libro è la nebbia sempre presente che ricopre tutta la laguna deserta.

Quello che ci stupisce sono gli abitanti di Venezia che non volevano andare via dalle loro case, che si facevano chiudere dentro da Giobbe con le chiavi. Erano rasseganti, quando l’Ente ha deciso non si sono ribbellati, si sono lascati morire nelle loro case. Giobbe dice che li ha invidiati mentre loro sorridevano. Il passaggio nelle varie case con Carlo che scopre le storie delle famiglie, nella vera Venezia, ci è piaciuto molto e si può paragonare con i corpi ritrovati a Pompei. Come se loro si fossero immobilizzati nel momento dell’ ‘eruzione’ di Venezia. 

La scena finale nel Campanile quando Rebecca è sulla balaustra è molto bella, con le luce del cielo, i colori e finisce con il Volo dell’Angelo. Si è suicidata ma Il piano era probabilmente diverso all’inizio. Dovevano essere più persone a partecipare all’azione. Rebecca si è ritrovata da sola, nessuno ha voluto andare fino in fondo a questa azione. Se fossero stati diversi, forse il piano era programmato per potere scappare. In realtà ha dovuto arrangiarsi da sola e ha trovato lo stratagemma di ultimo minuto di trasformarsi in guida, poi sedurre il guardiano. Con questa scelta passerà all’eternità, con questa morte non sarà dimenticata.

Il suo salto è un scena al rallentatore, non si sa se ci sono tanti morti, ci sono delle scene di panico ma non danno reso conto di quello che succede.

Malaguti è molto prolisso nelle descrizione per creare un ambiente ma molte volte ci si perde un po’. Riesce a dare la sensazione di un angoscia profonda attrasverso le ripetizione: con l’uso del vocabolario si capisce subito il tipo di controllo e di ambiente sorvegliato (camere fisse, droni, resistenti, il diritto alla privacy) e la morte della città (silenzio, buio, tomba, vuoto, Gerione, morte, nebbia)…

Ogni personaggio è legato a un campo lessicale. Per Giobbe si parla di dolore, di paura, di sofferenza; per Rebecca di aggressività, di rabbia.

Quando Rebecca è nel Campanile l’autore usa tutto il campo lessicale del panico e del terrorismo: pericolo, bombe, esplosione, gas lacrimogeni, scacchiare, …

Il dialetto è difficile da capire ma da verità alla scena.

L’azione di Giobbe è la più importante e determinante per il finale che quella di Rebecca. Scoprire che Venezia è piena di morti è più turbante che l’azione terrorista che è previsibile. Il libro di Giobbe ha creato uno scandalo e l’Ente ha dovuto cedere e il parco è stato chiuso. Giobbe rappresenta il vecchio che si suicida e Rebecca la nuova generazione che si ribella e che da un impulso per il futuro.

L’idea e la trama di questo libro sono molto belle e si potrebbe farne un film.

Il finale sembra un po’ confuso!

“Venice Park: paradiso o inferno”, 20 marzo 2055, una frase che ci ha colpiti.

L’autore spiega che se tutto fosse rimasto come prima, avremmo senz’altro consegnato la città più bella del mondo ad un destino irreversibile di degrado canceroso e infine di morte. Malaguti è d’accordo con quello che si è fatto di Venezia, la sola maniera di salvarla.

Ma perché l’ultimo Carnevale? Non sappiamo se quel Carnevale sarà l’ultimo!

 

Allora vi è piaciuto il libro?

Margareth

Mi ha disturbato l’ambiente di fantascienza che non mi piace. Mi sembra che questo libro sia un po’ la Bibbia, come Giobbe, Rebecca, il passaggio da un mondo a l’altro, l’esodio. Giobbe personaggio malato è il profeta.

Alessandra

Penso un po’ come Margareth ma non so se vorrei leggerlo. Questi tipi di libri futuristici non mi piacciono. Ma l’idea di immaginare una città che diviene come un Disneyland mi sembra interessante. In questa Venezia tutto è falso e fa paura. Oggi possiamo ancora cambiare questo futuro se non vogliamo arrivare a questo punto.

Bernard C

Questo libro mi è piaciuto molto. È un libro un po’ troppo lento, con delle scritture lunghe ma che danno una atmosfera della città con la nebbia, l’umidita’, gli odori, …

La lettura dei primi capitoli da voglia di conoscere il futuro, il segreto di Giobbe, la storia di Rebecca. La scena in cima al Campanile è molto interessante, molto poetica. Il Volo dell’Angelo alla fine è una bell’immagine e una bella conclusione.

Christiane

Comincia come un romanzo di fantascienza, tutto è robotizzato, droni..., ma all’interno di questo romanzo ci sono personaggi molto umani che mi sono piaciuti, soprattutto quello di Giobbe.

Mi pare che lui non si suicidi ma raggiunge sua moglie mentre Rebecca si suicida senza niente dopo.

Ci sono elementi che mi sono piaciuti ma ho avuto difficoltà per entrare nel romanzo. Ho dovuto sforzarmi a leggerlo tutto.

Claire

Mi è piaciuto molto e non è stato difficile per me entrare nel romanzo perché c’era un suspense e volevo sapere quello che doveva succedere. L’atmosfera, le descrizione mi sono piaciute anche se è stato un po’ difficile da leggere a causa del vocabolario.

Io non penso che sia una fantascienza. Parlano molto del livello del mare a causa del riscaldamento globale, della diminuzione di popolazione residente e tutto può succedere. Mi fa paura perché se non si fa niente, una tale situazione potrebbe accadere e i residenti sarebbero costretti a partire.

Bernard B

Questo libro mi piace molto, la storia è interessante come in un giallo o un thriller. C’è un vocabolario ricco di nuove parole. Si possono indurre diversi insegnamenti: i danni di un turismo di massa, del riscaldamento, … Questa storia è uno dei futuri possibile per la città, e molto realistico. Alcuni elementi succedono già adesso. E anche importante per la lotta della gente per preservare il loro ambiente e i lobby di vita.

François

Ho letto il libro molto laboriosamente. Fu piuttosto un compito che un piacere. Ho trovato che lo stile, la lingua non è facile. Il vocabolario molto spesso mi obbligava a cercare nel dizionario. I paragrafi in dialetto mi davano una comprensione globale difficile. I capitoli sono lunghi, con delle descrizione a non finire.

La parte la più importante per me è che tutto gira intorno alla morte: un atmosfera tesa, mortifera, un ambiente buio, umido, liquido dove il cielo e la laguna fa un unico insieme, un insieme inondato.

La trama è debole. Si deve aspettare la terza parte del romanzo per entrare nelle due azioni quella di Giobbe e di Rebecca che sono completamente separate.

Une aspetto molto positivo è la descrizione di questa Venezia in un futuro che spero non arrivi mai.

Tutto tira sul tema della morte e alla fine succede la morte dei due protagonisti. Il libro non è mai positivo, non c’è sole, non c’è ottimismo, niente ci dà piacere.

Venezia ha superato altre cose molto difficili come il crollo del Campanile, il rogo della Fenice, l’Assalto dei Serenissimi, i vari episodi di acqua alta nel 2019.

Mi sono chiesto se in questo libro l’inondazione della città non sia provocata dell’ente Parco, perché normalmente l’acqua alta dura qualche giorni, poi l’acqua alta finisce.

Ci sono degli aspetti molto positivi in un libro molto barbante.

Jean Louis

Non mi è piaciuto tanto. Il tema della Venezia trasformata in un Disneyland della cultura è affascinante però nelle maniera di raccontare l’autore non mi ha convinto. La narrazione è poco suadente, lentissima. Ci sono troppo personaggi debole attorno a Rebecca et Giobbe.

Tutto il romanzo gira intorno al vecchio Giobbe con il suo mazzo di chiave a secreto. L’attivista Rebecca divenuta terrorista per la sua scelta.

C’è un uso eccessivo del dialetto.

È una lettura faticosa, l’ interesse si sveglia verso la fine.

Infine, non sapremo mai se quel carnevale sarà l’ultimo della città. Alla fine, restano i morti.

Non consiglierò la lettura del libro.

Viviane

Il romanzo mi è molto piaciuto anche se all’inizio mi ha un po’ stufato. Ho dovuto arrivare al capitolo 6 per essere convolta, vivere il romanzo con la voglia di andare avanti e di leggerlo tutto di un fiato.

Le descrizione sono belle, la scrittura piacevole. Il dialetto non è stato una difficoltà ma ho saltato alcuni momenti troppo lunghi specialmente il racconto di Giobbe.

Per me il personaggio principale è Giobbe, la sua storia è bella e commovente.

Però sono d’accordo con François che l’idea della morte è pesante e presente: i colori, l’acqua nera di notte... tutto è cupo e molto angosciante.

Alla fine rimangono delle interrogazioni che ci lasciano tutti perplessi.

Anna

Sono d’accordo con voi tutti. C’è un ambiente cupo ma è voluto e a me piaceva.

Ho anch’io avuto un po’ di difficoltà ad entrare nella storia. La trovavo arida, fredda. Non si sapeva dove voleva arrivare.

La tematica, la storia, l’intreccio sono molto interessanti ma sviluppati  troppo lentamente

Quello che mi ha appassionato di più è Giobbe, la sua storia delle chiavi.

Il campo lessicale è splendido e molto preciso. La cosa che mi è piaciuta di più è il suo linguaggio, molto ricco, evocativo attraverso un campo lessicale specifico.

                                                                                                                                                                                 VIVIANE 

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