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Italacad
28 septembre 2020

PHILIPPE DAVERIO, IL PAPILLON...

ADDIO A PHILIPPE DAVERIO, IL PAPILLON PIÙ FAMOSO DELLA STORIA DELL'ARTE - 02/09/2020

Il gallerista, docente, saggista, s’ è spento la notte scorsa all'Istituto dei Tumori di Milano. Aveva 71 anni.
Aveva rivoluzionato il modo di fare divulgazione artistica in tv. E non solo.

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L’artista Mario Vespasiani e il suo pensiero a Philippe Daverio

In natura le farfalle sono gli insetti più sorprendenti, per metamorfosi e delicatezza ma soprattutto per le infinite colorazioni delle loro ali.

Nella tradizione giapponese la farfalla guida l’anima nell’aldilà, in quella greco-romana era simbolo dell’anima liberata dalla materia e dai greci è stata rappresentata come una giovane alata chiamata Psiche.

P come Philippe, una specie di farfalla con gli occhiali sulle ali, che ha attraversato il mondo dell’arte con quella leggerezza di chi conosce le altezze, del pensiero e della persona.

Philippe era sempre rivolto in avanti, andando incontro all’altro, alla telecamera, al quadro o al paesaggio. Anche col suo bel programma Passepartout è riuscito a veicolare quello stile eclettico tra periodi storici diversi, dove persino gli oggetti o le opere d’arte considerate minori diventavano parte viva della narrazione che dall’arte,

Le sue molteplici esperienze tra TV, insegnamento, galleria, politica e conferenze in giro per l’Italia, confermano la mia idea iniziale di un ciclo vitale fluttuante, tale a quello dei lepidotteri che attraversano stadi differenti, da uovo a larva, da crisalide a farfalla, anzi a “papillon”, come quella cravatta annodata a fiocco che rendeva il suo viso così solare.

Alla conoscenza ha saputo abbinare “l’incantamento”, rare qualità che in TV salvano dalla noia.

 La gradevolezza dell’intelligenza

Era una straordinaria eccezione, Philippe Daverio, non solo nel mondo degli esperti e conoscitori d’arte, ma tra gli stessi uomini di cultura del panorama italiano.

Mai una volta che non fosse stato chiaro e comprensibile nelle sue esposizioni sorprendenti e spumeggianti, e sempre propenso a dispensare al grande pubblico il suo sapere, alleggerendolo con un spruzzatina di ironia.

Lui lui rendeva tutto masticabile e digeribile.

Lontano dal chiasso, dalla volgarità, Daverio è riuscito a compiere un’operazione tanto difficile quanto spettacolare, come quella di portare in tv l’arte.

Tanti di noi non hanno mai perso una puntata dello strepitoso “Passepartout”.

 Vittorio Sgarbi

«Un signore cosi europeo e dandy » 

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«Daverio decide di raccontare l’arte in tv, seguendo il mio esempio. Io l’avevo fatto in maniera non “sistematizzata”, lui invece decide di potenziare questo racconto con il programma Passepartout. Diciamo che abbiamo fatto vite parallele: io ho fatto l’assessore dopo di lui a Milano, lui ha fatto televisione dopo di me, abbiamo scritto entrambi libri di grande tiratura e ci siamo mossi lui sull’arte contemporanea e l’arte antica, e io sull’arte antica e quella contemporanea, avendo molte posizioni in comune rispetto ai ghetti e ai gruppi di altri critici come Bonito Oliva, Bonami o Celant, che nessuno ha mai rimpianto. La scomparsa di Celant è stata molto lamentata dagli ambienti alti, ma il popolo non sapeva nemmeno chi fosse. Questi critici non hanno mai raggiunto una dimensione democratica come me e Daverio, parlando d’arte a tutti perché l’arte è di tutti. Questa è stata la sua caratteristica principale e la sua principale somiglianza con me. »

 Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturale e del turismo

«Intellettuale di straordinaria umanità, un capace divulgatore della cultura, uno storico dell’arte sensibile e raffinato».

«Con sagacia e passione ha accompagnato le italiane e gli italiani nell’affascinante scoperta delle architetture, dei paesaggi, dell’espressione creativa, degli artisti, delle fonti del nostro patrimonio culturale. Tutto questo era Philippe Daverio, un uomo di cui ho sempre apprezzato la grande intelligenza e lo spirito critico e che già manca a tutti noi ».

“Save Italy”    https://youtu.be/DTV-_5HKXZA

Nel 2011, 150º anniversario dell'Unità d'Italia,  fonda il movimento d'opinione Save Italy.

Il movimento, privo di una struttura organizzativa, si propone di sensibilizzare intellettuali e cittadini di ogni provenienza geografica ("la denominazione inglese serve a testimoniare che il patrimonio culturale dell'Italia non appartiene solo agli italiani ma al mondo intero, anche perché il latino si studia oggi molto più a Oxford che a Pavia", ha dichiarato Daverio in una delle sue conferenze) alla salvaguardia dell'immensa eredità culturale dell'Italia.

Save Italy ha organizzato, in particolare, una grande manifestazione contro la proposta di realizzazione di una discarica nelle immediate vicinanze di Villa Adriana, a Tivoli: la protesta ha ottenuto gli effetti sperati e il progetto di discarica è stato abbandonato.

Philippe Daverio, le frasi più belle dello storico dell’arte

« La curiosità sarà anche un difetto e l’ozio un vizio, ma i due elementi, combinati insieme, sono un utile strumento di sopravvivenza. Per guardare le opere d’arte ».

«Io non sono dottore perché non mi sono laureato, ero iscritto alla Bocconi nel 1968-1969, in quegli anni si andava all'università per studiare e non per laurearsi»

« La vita è come un quadro, pieno di pennellate che vanno nel verso giusto, ma ce n’è sempre una che, nonostante l’attenzione del pittore, esce dai confini, macchia il pavimento: ecco, quella è la morte, ineluttabile, fatale, uno strascico blu nell’infinito magniloquente e fantasmagorico, un’esplosione oltre la cornice che tutti vivremo (o moriremo), polvere barbaramente bistrattata quantunque paventasse un volo pindarico. »

 

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Commentaires
B
bsr, coucou chez vous...
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